Nautica, fisco e dogane al Salone nautico di Genova: gli effetti della riforma doganale sul settore
23/09/2024
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Il 19 settembre, in
occasione dell’inaugurazione del 64° Salone nautico internazionale di Genova,
durante il convegno "Nautica, Fisco e Dogane" organizzato da
Confindustria Nautica, sono emerse due questioni centrali per l’economia del
mare: da un lato, la necessità di adeguamento al Codice doganale dell’Unione
(Cdu), dall'altro, l'urgenza di fornire risposte pratiche agli operatori in
merito alle preoccupazioni che emergeranno con l’imminente pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale della riforma doganale nazionale. Occorre precisare da
subito che l’abrogazione del Testo Unico delle Leggi Doganali (Tuld),
sostituito dalle nuove Disposizioni nazionali complementari al Codice
doganale dell'Unione, non andrà a creare un vuoto normativo poiché la
disciplina doganale europea, contenuta nel Cdu, è già sufficientemente esaustiva.
Tuttavia, è naturale che gli operatori manifestino preoccupazione per le
difficoltà pratiche che potrebbero emergere nell'applicazione delle nuove
regole. Sebbene il Cdu offra un quadro normativo chiaro, resta fondamentale
chiarire l'impatto concreto delle nuove disposizioni sulle attività operative
del settore.
Claudio Oliviero,
Direttore della Direzione centrale delle dogane, ha partecipato al convegno non
solo per rispondere alle preoccupazioni degli operatori, ma anche per ribadire
la necessità di un dialogo sempre più stretto tra pubblico e privato,
fondamentale per comprendere appieno le esigenze operative del settore. Ha
spiegato come il Tuld sia ormai superato dal Codice doganale dell’Unione che
regola direttamente le operazioni doganali, e come, in passato, in alcuni casi
il Tuld potesse addirittura creare ostacoli per gli operatori:
un'interpretazione errata delle sue norme rischiava infatti di danneggiare gli
interessi degli stessi, data la sua obsolescenza.
All'entrata in vigore
della riforma seguirà una circolare dell'Agenzia delle dogane, volta a chiarire
gli aspetti che si renderanno necessari. Per quanto riguarda i documenti di
prassi (circolari e quant’altro) già emessi, anche se alcuni di essi richiamano
il Tuld, la loro validità non sarà messa in dubbio, a condizione che risultino
conformi al Cdu.
Una questione centrale
riguarda le garanzie fideiussorie per le operazioni di refitting. Si è
evidenziato come Paesi come Francia e Spagna adottino un approccio più
flessibile, rendendo questi mercati più attraenti per gli armatori e creando
così un disallineamento con l’Italia, dove tali garanzie, in via di principio,
restano obbligatorie. Secondo le Dogane, vi è margine per ridurre questi
obblighi nel rispetto del Codice doganale dell’Unione, che lascia ampi spazi di
discrezionalità. La certificazione AEO (Authorized Economic Operator) potrebbe
essere una soluzione per semplificare le procedure e abbattere le richieste di
garanzie, ma l'interesse degli operatori nautici verso l’AEO resta limitato,
poiché i benefici non sono sempre percepiti come proporzionati alla complessità
dell’iter per il conseguimento della certificazione.
Il programma AEO è in
fase di revisione sia a livello nazionale che europeo (con la futura
introduzione della figura del c.d. Trust and Check Traders). L’obiettivo è
renderlo più appetibile anche per le imprese legate al settore della nautica,
promuovendo vantaggi tangibili proprio come la riduzione delle garanzie e una
maggiore fluidità nei controlli doganali.
Altri dubbi emersi nel
corso del convegno, riguardano le provviste e le dotazioni di bordo, che, con la
riforma, non trovano più un riferimento diretto nel comparto normativo
nazionale.