MSP: uno sguardo alla normativa EU sulla pianificazione sostenibile delle attività marittime

28/05/2021

MSP: uno sguardo alla normativa EU sulla pianificazione sostenibile delle attività marittime

Rubrica a cura dello Studio Legale Siccardi Bregante & C. - www.siccardibregante.it - studio@siccardibregante.it

Il MSP (Marine spatial planning) è un processo pubblico nato nel 2006 in seno alla Commissione Intergovernamentale Oceanografica (IOC) dell’UNESCO, che nel 2009 ha rilasciato la guida ufficiale “Marine spatial planning: a step-by-step approach toward ecosystem-based management”. 
Il suo obiettivo è favorire un sviluppo sinergico delle attività marittime, prevenendo l’insorgere di conflitti tra Stati e limitando l’impatto ambientale sull’ecosistema marino. Il Marine spatial planning si propone di riorganizzare l’uso delle aree marine, coordinando in ottica sostenibile le interazioni tra le attività umane (pesca, acquacoltura, shipping, turismo, produzione di energie rinnovabili etc.) e l’ambiente marino. In altre parole, l’iniziativa mira a trovare soluzioni armonizzate all’impiego funzionale dello spazio marino e alla allocazione sostenibile delle risorse umane: attualmente in via di sviluppo in 66 Paesi (il 44% delle nazioni bagnate da acque marine), il MSP è in costante crescita.
Il progetto è orientato verso la diffusione di una economia blu sostenibile, che preservi l'ecosistema marino e la biodiversità - oltre a individuare aree protette e stabilire dei limiti per lo sfruttamento dello spazio marino in tema di pesca e acquacoltura, il MSP incentiva la ricerca scientifica, lo sviluppo di biotecnologie blu e la produzione di energia eolica offshore. 

A livello europeo, nel 2016 la Commissione ha istituito la European MSP Platform, finanziata dal European Maritime and Fisheries and Aquaculture Fund, che fornisce supporto tecnico e amministrativo agli Stati membri per l’implementazione della legislazione in materia. Tra i principali obiettivi della piattaforma, ritroviamo il prioritario interesse al mantenimento della biodiversità marina e lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera tra Stati europei: allocazione delle rotte marittime (si ipotizza di testare una rotta di navigazione autonoma tra Finlandia e Svezia), pianificazione logistica della stesura dei cavi sottomarini e sviluppo delle energie rinnovabili sono tra i principali punti in agenda.
Sul piano legislativo, nel 2014 è stata emanata la Direttiva 2014/89/EU, che vincolava i 22 Stati membri costieri a sviluppare un piano spaziale marittimo nazionale entro il 31 marzo 2021, con un periodo minimo di revisione di 10 anni. Requisiti fondamentali enucleati dall’atto normativo sono l’adozione di un approccio pro-ecosistema, la valorizzazione delle interazioni terra-mare (LSI) e la collaborazione transfrontaliera tra gli Stati membri. Tutti i piani devono essere coerenti con i rispettivi piani nazionali per l’energia e il clima e con gli obiettivi energetici e climatici dell’Unione Europea.
Ad oggi, solo 6 Stati membri hanno rispettato la scadenza per la presentazione del piano: Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia, Lettonia e Portogallo.

In Italia, la Direttiva 2014/89/EU è stata trasposta nell’ordinamento nazionale con il Decreto Legislativo del 7 ottobre 2016 n. 201. Ai sensi dell’art. 8 del Decreto, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è designato autorità competente per il MSP, con l’istituzione di una nuova Divisione marina e costiera. È istituito un Tavolo di coordinamento interministeriale (art. 6) responsabile della definizione delle aree marine ai fini dello sviluppo dei piani marittimi e delle aree costiere per l’analisi delle interazioni terra-mare, nonché un Comitato tecnico (art. 7) per l’elaborazione dei piani MSP, secondo le linee guida elaborate dal Tavolo di coordinamento interministeriale.
Sul piano delle competenze, l’amministrazione delle acque costiere e territoriali è divisa tra lo Stato, le regioni, le province e i municipi (questi ultimi detengono competenze settoriali specifiche in tema di licenze e concessioni). Circa la gestione costiera, le regioni hanno un ruolo preminente: le regioni ordinarie sono competenti  in tema di network marittimo e piccoli porti, amministrazioni delle proprietà marittime a fini turistici, protezione dell’ambiente, prevenzione dell’inquinamento nelle acque interne. Le regioni a statuto speciale hanno competenze aggiuntive in materia di pesca, acquacoltura e trasporto marittimo.
Ad oggi, non è stato ancora presentato alcun piano MSP dinanzi alla Commissione Europea. 
Peraltro, l’Italia ha partecipato dal 2013 al 2015 all’AdriPlan (ADRiatic Ionian maritime spatial Planning), un progetto di ricerca transfrontaliero sostenuto dalla Commissione Europea a cui ha aderito insieme a Grecia, Slovenia e Croazia. Tale progetto è stato mirato ad incentivare lo sviluppo del MSP nella macroregione adriatico-ionica, promuovendo l’attuazione armonizzata della strategia dell’UE per la pianificazione dello spazio marino attraverso il coinvolgimento di partner istituzionali e scientifici.
Inoltre, il Tavolo di coordinamento interministeriale ha elaborato alcune linee guida per la progettazione del piano spaziale marittimo, emanate il 1 dicembre 2017 con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Vengono individuate quattro aree marine (coerentemente con la definizione di sub-regione marina dettata dalla Direttiva 2008/56/EU sulla strategia per l’ambiente marino): Il Mar Mediterraneo occidentale, il Mare Adriatico, il Mar Ionio e il Mar mediterraneo centrale. Sono definiti gli scopi geografici attesi per ogni area marina e si profilano i principali aspetti di cooperazione con gli Stati vicini. Ora, si auspica una pronta definizione del piano spaziale marittimo nazionale,
 che allinei la normativa italiana alla disciplina europea.


© Associazione Assagenti - info@assagenti.it | Politica dei Cookie | Informativa Privacy | Design - gcore.it