L’impatto dei dazi sull’export
20/11/2025
Rubrica a cura dello Studio Legale Armella & Associati - www.studioarmella.it - segreteria@studioarmella.com
L’uso dei dazi come strumento di
politica commerciale da parte del Governo statunitense ha avuto effetti
immediati sull’economia italiana.
Da anni gli Stati Uniti sono il
principale partner commerciale dell’Unione Europea, in particolare l’Italia, si
posiziona al terzo posto per esportazioni verso gli USA, dopo Germania e
Irlanda.
ICE ha stimato un incremento degli
importi da versare alle Dogane USA tra gli 8,4 e i 10,6 miliardi di euro e una
riduzione del PIL nazionale che oscillerebbe tra lo 0,2 e l’1,4%, con
conseguente trasferimento di tali oneri sugli acquirenti finali. A tali aumenti
gli esportatori italiani potrebbero far fronte, nel breve periodo, solo riducendo
i margini di profitto e conservando le proprie quote di mercato.
La Banca d’Italia, invece, ha
evidenziato l’importanza di considerare non solo l’esposizione diretta delle
esportazioni italiane verso gli USA, ma anche quella indiretta, legata
all’utilizzo di beni intermedi acquistati dall’Italia da altri Paesi, esportati
in un secondo momento verso il mercato americano.
D’altra parte, la natura
multilaterale delle misure applicate da Washington ai concorrenti europei e non
europei mitiga gli effetti delle scelte di politica economica dell’Amministrazione
USA. A ciò si aggiunge un importante fattore legato alla struttura qualitativa
dell’export nazionale che rende la domanda di beni importati dall’Italia
relativamente poco sensibile alle variazioni di prezzo.
Per far fronte all’impatto dei dazi
USA, le imprese italiane dovranno mettere in atto diverse strategie, tra cui
una corretta due diligence della catena di fornitura e la diversificazione dei
mercati di import.
Negli ultimi anni, la strategia
dell’Unione europea rispetto al commercio internazionale
si è sviluppata soprattutto
attraverso gli accordi di libero scambio: sono attualmente in vigore 45 accordi
con 79 Paesi extra-Ue e oltre il 46% del commercio extra-Ue avviene con Paesi
che hanno sottoscritto intese con l’Unione europea.
La Banca centrale europea ha
osservato infine, come il mercato interno dell’area euro rimanga di gran lunga
il più rilevante per gli scambi che coinvolgono le imprese italiane rispetto al
mercato globale. Un incremento anche solo del 2% degli scambi intra-europei risulterebbe
sufficiente a compensare la perdita di esportazioni verso gli Stati Uniti
causata dall’applicazione dei dazi.