Un mare di Svizzera: il Presidente Gianluca Croce interviene al forum logistico svizzero
Un Mare di
Svizzera 8
“Inventato” otto
anni fa come evento in grado di realizzare un anello di congiunzione fra
la logistica interconnessa con i porti liguri, Genova in primis, quella
del Nord Ovest italiano e della Svizzera, l’evento luganese ha progressivamente
mutato pelle e ragione d’essere trasformandosi, in modo accentuato con l’ottava
edizione svoltasi in ottobre nella consueta cornice del LAC a Lugano, in un
vero e proprio Forum internazionale sud europeo sui temi delle infrastrutture,
della logistica, del trading.
Polarizzato su
tre temi, la finanza indispensabile per realizzare nuove infrastrutture, il
trading di materie prime con le nuove rotte “generate” dalle tensioni
geopolitiche e le esigenze della logistica sull’asse europeo Nord-Sud, dalla
Svizzera ai porti liguri, Un Mare di Svizzera, che ha riunito oltre 300
delegati, ha centrato il risultato di proporsi come unica alternativa alle
conferenze di Transport a Monaco, confermando al tempo stesso il ruolo di
“vetrina” nei rapporti fra i porti liguri e il cliente internazionale più antico,
la Confederazione Elvetica.
Intervento
Presidente Gianluca Croce
Dazi, zone
franche, sviluppo infrastrutturale del porto di Genova, strategie delle grandi
compagnie di navigazione in un assetto mediterraneo ad andamento variabile.
L’intervento del
Presidente di Assagenti, Gianluca Croce, alla tavola rotonda presieduta dal
presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, nel
corso di Un mare di Svizzera 8 ha affrontato questi argomenti,
evidenziando la necessità di un intervento globale e coordinato sull’intero
sistema logistico, per consentire alle nuove infrastrutture portuali genovesi
oggi in costruzione, in particolare la nuova diga, di produrre i risultati
sperati in tema di sviluppo dei traffici.
Elemento
caratterizzante del dibattito al quale Croce ha partecipato è stato il tema
dell’affidabilità. Di fronte ai forti elementi di incertezza (conflitti in
Ucraina e Medio Oriente, parziale chiusura di Suez) l’unica risposta possibile
si concentra in una parola: affidabilità.
Solo garantendo piena affidabilità sul timing delle opere,
ma anche sull’assetto normativo e delle concessioni, nonché sulla governance
portuale, sarà possibile attirare investitori internazionali e innescare un
processo di crescita quantitativa e qualitativa del porto di Genova.
Considerando i 3,3 miliardi di investimenti in atto nonché lo sforzo in
digitalizzazione è indispensabile – è emerso dalla tavola rotonda – creare le
condizioni per cui quei 2 milioni di container che potrebbero essere attirati
verso i porti italiani siano in grado di scorrere attraverso un sistema
logistico efficiente verso le industrie italiane ed europee. E la Svizzera
rappresenta il primo importante banco di prova.