Un mare di Svizzera: il Presidente Gianluca Croce interviene al forum logistico svizzero

07/11/2025
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Un Mare di Svizzera 8
“Inventato” otto anni fa come evento in grado di realizzare un anello di congiunzione fra la  logistica interconnessa con i porti liguri, Genova in primis, quella del Nord Ovest italiano e della Svizzera, l’evento luganese ha progressivamente mutato pelle e ragione d’essere trasformandosi, in modo accentuato con l’ottava edizione svoltasi in ottobre nella consueta cornice del LAC a Lugano, in un vero e proprio Forum internazionale sud europeo sui temi delle infrastrutture, della logistica, del trading.
Polarizzato su tre temi, la finanza indispensabile per realizzare nuove infrastrutture, il trading di materie prime con le nuove rotte “generate” dalle tensioni geopolitiche e le esigenze della logistica sull’asse europeo Nord-Sud, dalla Svizzera ai porti liguri, Un Mare di Svizzera, che ha riunito oltre 300 delegati, ha centrato il risultato di proporsi come unica alternativa alle conferenze di Transport a Monaco, confermando al tempo stesso il ruolo di “vetrina” nei rapporti fra i porti liguri e il cliente internazionale più antico, la Confederazione Elvetica.

Intervento Presidente Gianluca Croce
Dazi, zone franche, sviluppo infrastrutturale del porto di Genova, strategie delle grandi compagnie di navigazione in un assetto mediterraneo ad andamento variabile.
L’intervento del Presidente di Assagenti, Gianluca Croce, alla tavola rotonda presieduta dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, nel corso di Un mare di Svizzera 8 ha affrontato questi argomenti, evidenziando la necessità di un intervento globale e coordinato sull’intero sistema logistico, per consentire alle nuove infrastrutture portuali genovesi oggi in costruzione, in particolare la nuova diga, di produrre i risultati sperati in tema di sviluppo dei traffici.
Elemento caratterizzante del dibattito al quale Croce ha partecipato è stato il tema dell’affidabilità. Di fronte ai forti elementi di incertezza (conflitti in Ucraina e Medio Oriente, parziale chiusura di Suez) l’unica risposta possibile si concentra in una parola: affidabilità.
Solo garantendo piena affidabilità sul timing delle opere, ma anche sull’assetto normativo e delle concessioni, nonché sulla governance portuale, sarà possibile attirare investitori internazionali e innescare un processo di crescita quantitativa e qualitativa del porto di Genova. Considerando i 3,3 miliardi di investimenti in atto nonché lo sforzo in digitalizzazione è indispensabile – è emerso dalla tavola rotonda – creare le condizioni per cui quei  2 milioni di container che potrebbero essere attirati verso i porti italiani siano in grado di scorrere attraverso un sistema logistico efficiente verso le industrie italiane ed europee. E la Svizzera rappresenta il primo importante banco di prova.


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