Il valore del Piano regolatore portuale: Consiglio di Stato n. 8263/2022
28/10/2024
Rubrica a cura dello Studio Legale Cuocolo, Genova - www.cuocolo.it - studio@cuocolo.it
Il Piano regolatore portuale
(PRP) è un documento di pianificazione territoriale di rilevanza statale, che
costituisce “l'unico strumento di pianificazione e di governo del territorio
nel proprio perimetro di competenza”. All'interno di questo perimetro, che
include le aree portuali e retro-portuali, l'Autorità di sistema Portuale detiene l’esclusiva competenza. Il Piano regolatore da essa redatto è, infatti,
sottoposto solamente a una mera valutazione consultiva, espressa mediante parere da parte della Regione e del Comune, finalizzata alla verifica della coerenza tra
il PRP e la pianificazione delle altre aree di cerniera tra il porto e la città.
Le norme in materia, sia singolarmente che nel loro insieme, conferiscono una
posizione prioritaria al Piano regolatore portuale rispetto ai piani
urbanistici generali. Tale posizione privilegiata è stata recentemente riconfermata
dalla giurisprudenza costituzionale con la sentenza n. 6 del 26 gennaio 2023, secondo
cui “la regola della prevalenza dei piani settoriali è principio
fondamentale della materia urbanistica; e tale assunto va ora confermato anche
con riferimento alla materia "porti ... civili"”.
Quanto sopra premesso è rilevante
al fine di comprendere le motivazioni poste alla base della decisione del
Consiglio di Stato che, con sentenza n. 8263 pubblicata il 15 ottobre scorso,
ha ritenuto illegittima una concessione ultradecennale rilasciata dall’Autorità
di Sistema Portuale di Genova, disponendone la revoca.
Tale concessione era stata rilasciata
dall’Autorità di Sistema Portuale di Genova ad una società per lo svolgimento
prevalente di attività di traffico “full container”, tuttavia, tale
autorizzazione riguardava un ambito (più precisamente, l’ambito denominato “S3”)
la cui destinazione, definita dal Piano regolatore, risultava prevalentemente
orientata verso attività di “terminal multipurpose”, ammettendo, solo in
via residuale, attività di “full container”. In altre parole, il titolo
revocato aveva autorizzato in modo illegittimo un polo container in un’area con funzione caratterizzante diversa, alterando in questo modo le previsioni
del Piano regolatore e compromettendo l'equilibrio concorrenziale nell’area
portuale.
Sebbene sia consentito agli
operatori svolgere ulteriori attività oltre a quelle indicate dal Piano come “funzioni
caratterizzanti” per il singolo ambito, è necessario che queste vengano
svolte in via unicamente residuale poiché per “funzione caratterizzante”
deve intendersi l’“attività che deve prevalere proprio al fine
di caratterizzare l’area, in quanto consentendo la prevalenza di attività
ammesse ma non caratterizzanti (si) giungerebbe alla generale indeterminatezza
delle destinazioni, cioè ad una situazione incoerente rispetto allo stesso
concetto di pianificazione”.
Essendo il PRP, “l’atto
amministrativo generale che regola lo sviluppo dello specifico ambito
portuale con prescrizioni che stabiliscono la caratterizzazione e destinazione
delle aree nonché la localizzazione delle opere pubbliche e di pubblica
utilità (cfr. ad es. Corte Costituzionale, 26/1/2023, n. 6)”, è necessario
che “le attività concesse non possono essere tali da contrastare con
il piano portuale vigente o modificare l’assetto portuale così da
compromettere o rallentare l’esecuzione della pianificazione prevista nel piano
regolatore del porto”.
Pertanto, non è stata ritenuta
condivisibile la sentenza di primo grado nella parte in cui ha stabilito che la
verifica del rispetto della funzione dell'area portuale data in
concessione non deve riguardare solo la singola porzione assentita in
concessione, ma deve considerare l’intero ambito in cui essa si trova. Il
Collegio ha quindi precisato che “lo svolgimento dell’attività oggetto di
concessione deve essere pienamente conforme alle previsioni del piano
portuale per l’area interessata; questo costituisce il presupposto
basilare, teso a garantire l’operatività in concreto delle scelte
pianificatorie della governance portuale, elementi fondamentali per lo sviluppo
di un contesto rilevante quale quello costituito da uno dei principali porti
italiani”.