Gestione delle acque di zavorra e ultime iniziative dell’IMO
27/12/2022
Rubrica a cura dello Studio Legale Siccardi Bregante & C. - www.siccardibregante.it - studio@siccardibregante.it
Gestione delle acque di
zavorra in base alla International
Convention for the Control and Management of Ship’s Ballast Water and Sediments e ultime iniziative dell’IMO
Sin
dall'introduzione delle navi con scafo in acciaio, l'acqua è stata utilizzata
come zavorra per ottenere maggiore stabilità durante la navigazione. Questa
pratica, in sintesi, riduce le sollecitazioni sullo scafo, fornisce – come
detto - stabilità, migliora la propulsione e la manovrabilità e compensa le
variazioni di peso dovute ai vari livelli di carico e al consumo di carburante.
Sebbene
l'acqua di zavorra sia essenziale per la navigazione, il suo impiego, in
ragione del continuo carico e scarico di acqua prelevata in diversi mari e
oceani, può porre seri problemi ecologici e sanitari a causa della moltitudine
di specie marine trasportate da un porto ad un altro o, meglio, da un’area
geografica a un’altra. Le specie marine includono batteri, microbi, uova, e
larve di varie specie che possono sopravvivere e stabilire una popolazione
riproduttiva nell'ambiente ospite, diventando infestanti.
Gli
scienziati hanno riconosciuto per la prima volta i segni dell'introduzione di
una specie aliena a causa di questo fenomeno dopo la comparsa in massa dell'alga
fitoplanctonica asiatica Odontella (Biddulphia sinensis) nel Mare del Nord nel
1903. Ma è solo negli anni '70 che la comunità scientifica ha iniziato a esaminare
il problema in dettaglio: in quegli anni, il Canada e l'Australia hanno portato
le loro preoccupazioni all'attenzione del Comitato per la protezione dell'ambiente
marino (“MEPC”) dell'International Maritime Organization (“IMO”).
Dopo
oltre 14 anni di negoziati tra gli Stati membri dell'IMO, nel corso di una
Conferenza diplomatica tenutasi presso la sede dell'IMO a Londra il 13 febbraio
2004 è stata adottata la International Convention for the Control and
Management of Ship’s Ballast Water and Sediments (di seguito “la
Convenzione”). La Convenzione è entrata in vigore l’8 settembre 2017 dopo la
ratificazione da parte di 30 Stati, come sancito all’articolo 18.
L’Italia
ad oggi non è parte della Convenzione, ma attualmente è all’esame del Senato il
disegno di legge per la ratifica della stessa.
La
Convenzione – come sancito all’articolo 3 - è applicabile alle navi che utilizzano acque
di zavorra che battono la bandiera di uno Stato Parte durante viaggi
internazionali, ma anche a quelle che battono bandiere di Stati non contraenti quando
si devono rapportare con le autorità – ad esempio portuali - di Stati aderenti
alla Convenzione. A questo proposito, la lettera f di detto articolo prevede
che gli Stati aderenti applichino le prescrizioni della Convenzione alle navi
di Stati non contraenti “nella misura
necessaria affinché le stesse non beneficino di un trattamento più favorevole”.
Ne consegue che l’Autorità Marittima dello Stato costiero aderente alla
Convenzione è tenuta a richiedere alle navi battenti qualsiasi bandiera e che
attraccano nei porti di propria competenza l’applicazione degli standard
sanciti dalla Convenzione.
Chiarito l’ampio ambito
applicativo, i principali strumenti disciplinati dalla Convenzione per ridimensionare
le conseguenze dell’utilizzo dell’acqua di mare come zavorra sono: 1) un piano
di gestione delle acque di zavorra; 2) il registro delle acque di zavorra e; 3)
la creazione di standard di gestione delle acque di zavorra.
In merito al primo punto, la Sezione B1 della
Convenzione prevede che ogni nave facente uso dell’acqua di mare come zavorra
debba avere a bordo e attuare un piano di gestione delle acque di zavorra il
quale deve contenere : a) l’indicazione in forma dettagliata delle procedure di
sicurezza, per la nave e per l’equipaggio, inerenti la gestione delle acque di
zavorra; b) le procedure per lo smaltimento in mare e a terra dei sedimenti
delle casse di zavorra; c) le modalità di coordinamento in merito allo scarico
a mare con le autorità dello Stato nelle cui acque tale scarico avrà luogo; d) la
designazione degli ufficiali di bordo incaricati di garantire che il piano sia
correttamente attuato.
La
Sezione B2, invece, istituisce il registro delle acque di zavorra prevedendo
che ogni nave facente uso dell’acqua di mare come zavorra
debba averne a bordo uno per riportarvi quando l'acqua di zavorra viene imbarcata, trattata e
scaricata in mare. Deve anche esservi registrato lo scarico in un impianto di
ricezione apposito oltre agli scarichi accidentali o eccezionali. La annotazione dei dati deve essere contestuale all’operazione effettuata e
firmata dall’ufficiale responsabile dell’operazione. Le annotazioni nel registro
sono nella lingua di lavoro della nave. Se questa lingua non è inglese,
francese o spagnolo le registrazioni devono contenere una traduzione in una di
tali lingue.
La Sezione
D della Convenzione, invece, è dedicata agli standard di gestione delle acque
di zavorra. Nello specifico, lo Standard D-1 richiede alle navi di scambiare
l'acqua di zavorra in mare aperto, lontano dalle zone costiere. Ciò significa
almeno 200 miglia nautiche dalla terraferma e in acque profonde almeno 200
metri. In questo modo, si stima che un numero minore di organismi sopravviva e
le probabilità di far circolare specie potenzialmente dannose dovrebbe calare.
Lo Standard
D-2, invece, specifica la quantità massima di organismi che possono essere
scaricati in mare da una nave. A tale scopo gli Armatori dovranno rivolgersi a
società specializzate che possono fornire strumentazione adeguata ad effettuare
tali misurazioni nelle casse di zavorra a bordo nave.
A
partire dalla data di entrata in vigore della Convenzione, tutte le navi che
utilizzano l’acqua di mare come zavorra devono essere conformi almeno allo Standard
D-1 e, a partire dal 8 settembre 2024, dovranno essere conformi anche allo Standard
D-2, salva l’adesione anticipata su base volontaria. Allo scopo di rendere noto
lo Standard (D-1 o D-2) a cui aderisce una nave, la Convenzione prevede che le
navi di stazza lorda di 400 tonnellate o superiori siano dotate di un apposito
Certificato emesso dallo Stato di bandiera.
Con
l’obiettivo di rendere sempre più efficienti gli strumenti creati dalla
Convenzione, a settembre 2022 l’IMO ha intrapreso una nuova iniziativa
riguardante la gestione delle acque di zavorra che potrebbe essere finalizzata
già a Marzo 2023. Si tratta di un progetto di armonizzazione specifico delle
procedure di gestione delle acque di zavorra nel Mar Mediterraneo. In
particolare l’idea sarebbe quella di creare delle aree dedicate allo scambio di
tali acque e, più in generale, di introdurre Standard di gestione più
stringenti degli attuali, studiati ad hoc per l’area del Mar Mediterraneo.
Si
può affermare che il tema della gestione delle acque di zavorra è all’attenzione
della International Maritime Organization che, anno dopo anno, con la collaborazione
della comunità internazionale ha l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto
ambientale dell’utilizzo delle acque di zavorra.