La risoluzione ONU in tema di riconoscimento dei marittimi quali lavoratori chiave
23/12/2020
Rubrica a cura dello Studio Legale Mordiglia, Genova-Milano - www.mordiglia.it - mail@mordiglia.it
In data 1° ottobre 2020 la 75esima Assemblea Generale
delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione n. 75/L.37 intitolata “Cooperazione
internazionale per far fronte alle sfide affrontate dalla gente di mare a
seguito della pandemia COVID-19 al fine di sostenere le catene di
approvvigionamento globali”.
Attraverso la citata risoluzione, presentata
dall’ambasciatore Dian Triansyah Djani della Repubblica di Indonesia, l'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha invitato gli Stati Membri dell'ONU a
riconoscere i lavoratori marittimi quali lavoratori chiave, invitando i governi
ad attuare le misure necessarie per consentire il rimpatrio dei marittimi
bloccati in mare e garantire l'accesso alle cure mediche per tutto il personale
marittimo.
In particolare, le Nazioni Unite hanno riconosciuto la
necessità di una risposta urgente e concreta da parte di tutti gli operatori
del settore marittimo, inclusi i privati, per risolvere la situazione dei
marittimi bloccati a bordo e/o impossibilitati a raggiungere le navi a causa
delle restrizioni di viaggio nazionali introdotte in tutto il mondo a seguito
della pandemia.
Nelle premesse del documento si legge che l’Assemblea
Generale riconosce che la grave situazione economica, sanitaria e sociale
causata dalla pandemia di COVID-19 ha avuto un forte impatto sul normale
funzionamento del mercato libero, sulla catena di approvvigionamento globale e
sul flusso di beni e servizi essenziali, coinvolgendo in modo particolare i
circa 2 milioni di lavoratori marittimi impiegati su oltre 98.000 navi
commerciali a bordo delle quali sono trasportati oltre 11 miliardi di
tonnellate di merce, ivi inclusi prodotti essenziali quali medicinali, alimenti
e altri beni di prima necessità.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite esprime la
forte preoccupazione per le difficili condizioni lavorative dei marittimi, oggi
pesantemente impattati dalla pandemia di COVID-19, quali la sicurezza e salute
personale, le condizioni di lavoro e la possibilità per i marittimi di
imbarcarsi e sbarcare dalle navi, che si aggiungono alle altre avversità
sociali ed economiche causate dalla pandemia.
Analoga preoccupazione è rivolta alle difficoltà per
gli operatori del commercio marittimo internazionale nell’effettuare e
garantire l’avvicendamento degli equipaggi e il rimpatrio dei marittimi.
La risoluzione, richiamata la Convenzione ILO sul
lavoro marittimo (2006) e sottolineato come la stessa imponga agli Stati Membri
di collaborare per assicurare dignitose condizioni di vita e di lavoro per i
marittimi, ribadisce che la trentacinquesima sessione straordinaria del
Consiglio della International Maritime Organisation ha già sollecitato
gli Stati ad assicurare il benessere dei lavoratori marittimi, con particolare
riferimento al diritto alla paga, al congedo a terra, alle indennità di
malattia, all’accesso alle cure, al vitto e al rimpatrio.
Tanto premesso, riconoscendo che la situazione dei
marittimi bloccati in mare in conseguenza della pandemia richiede una risposta
urgente e concreta da parte di tutti gli attori coinvolti, incluso il settore
privato, la risoluzione delinea sette punti nei quali invita le Nazioni Unite,
sotto la guida del Segretario Generale, a cooperare per mobilitare e coordinare
una risposta globale alla pandemia e alle conseguenze negative in ambito
sociale, economico e finanziario di tutte le comunità.
La risoluzione, nell’invitare gli Stati Membri a
riconoscere i lavoratori marittimi quali lavoratori chiave, chiede ai governi e
alle parti interessate di implementare i protocolli riconosciuti dall'International
Maritime Organisation per garantire la sicurezza degli avvicendamenti degli
equipaggi e dei viaggi durante la pandemia COVID-19, permettendo così ai
marittimi bloccati di essere rimpatriati e agli altri di imbarcarsi, sempre
tenendo conto delle misure preventive essenziali adottate dagli Stati di
approdo contro la COVID-19.
L’Assemblea Generale invita infine le organizzazioni
internazionali e le altre parti interessate, comprese le associazioni dei
lavoratori e dei datori di lavoro, a sostenere i governi, su loro richiesta,
nella progettazione e nell'attuazione delle loro risposte e politiche volte ad
assicurare l'integrità e ad aumentare la resistenza delle catene di
approvvigionamento globali, le dignitose condizioni di vita, di lavoro e la
tutela dei diritti umani dei marittimi.