Pessina: "Lo shipping ha fatto i compiti a casa"

22/12/2020

Pessina:

Sulla recente discussione sui noli troppo alti Paolo Pessina non si sottrae. Per il presidente di Assagenti è solo la conseguenza di un settore che “ha fatto i compiti a casa”, un nuovo modello operativo che è uscito da una situazione di crisi a co- sto di enormi sacrifici. «Chi oggi punta il dito contro le compagnie dimentica i dieci anni di perdite da cui arriva il set- tore. Nessuno ha analizzato i bilanci quando si perdevano miliardi di dollari. Dopo il fallimento di Hanjin le fusioni sono diventate necessarie: non per acquisire la predominanza del mercato ma per assicurarsi la sopravvivenza in un periodo in cui i noli erano vicini allo zero».

A cosa è dovuto questo momento di effervescenza per il settore dello shipping?

Mentre c’era chi chiedeva di naviga- re con noli sotto lo zero si è provvedu- to a una feroce riduzione dei costi, ad investire in modo massiccio sulla digi- talizzazione, lavorando sulla composi- zione dell’offerta finale al cliente. Se si analizza l’impennata dei noli, questa è solo conseguenza del boom di richie- ste, partito prima sulle direttrici transpacifiche, oggi su quelle Asia – Mediterraneo, rispetto ad una capacità di stiva minore messa in campo per bilanciare le  conseguenze  del  primo  lockdown. D’altro canto si guardi alle scelte messe in campo dalle ferrovie italiane o dalle aziende di trasporto: i servizi sono stati ridotti in vista di un calo della domanda di trasporto. Davvero non capisco per- ché le navi dovrebbero viaggiare vuote.

Conseguenza anche di un recupero dei mercati a macchia di leopardo?
Il business, e mi riferisco in modo particolare anche per le conseguenze sulla nostra categoria, è globale: spesso ci troviamo in situazioni di mercato che dipendono da strategie globali che vedono penalizzati alcune aree del globo rispetto ad altre. Di certo in questo momento si vive una problematica di bilanciamento, soprattutto nel  settore container. L’Asia sembra aver superato i problemi legati alla pandemia e la sua economia viaggia a ritmi sostenuti: in questa situazione in una realtà orientata all’export come l’Italia i clienti sono disposti a pagare di più pur di avere la merce. Credo che questa trend durerà almeno fino al Capodanno cinese. Poi se con l’arrivo del vaccino ci sarà un’accelerazione dell’economia anche in Europa, potremo assistere al ripristino di un maggior equilibrio.

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