Riforma doganale: cambia la disciplina per le forniture di bordo

26/11/2024

Riforma doganale: cambia la disciplina per le forniture di bordo

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La riforma doganale abroga la previgente disciplina sull’approvvigionamento delle navi prevista dagli artt. 252 e ss. del vecchio Tuld (DPR 43/1973). Con l’introduzione dell’articolo 74 delle DNC (Disposizioni nazionali complementari al Codice doganale dell’Unione europea, introdotte con l’allegato 1 al d.lgs. 141/2024), viene chiarita e uniformata la distinzione tra provviste e dotazioni di bordo. L’approvvigionamento delle navi non ricade più nell’ambito del regime di esportazione, essendo riconosciuto che i beni destinati al consumo o all’utilizzo a bordo non sono destinati a uscire effettivamente dal territorio doganale UE.
Per “provviste di bordo” si intendono le merci indispensabili per il funzionamento, la manutenzione del mezzo, il consumo dell’equipaggio e dei passeggeri, nonché l’alimentazione degli organi di propulsione. Le “dotazioni di bordo”, invece, riguardano macchinari, attrezzi, arredi e altri oggetti destinati all’ornamento o al funzionamento del mezzo di trasporto.
A seguito della riforma, la prova dell’approvvigionamento, ai fini dell’esenzione Iva, è ora necessariamente subordinata alla presentazione in Dogana di una dichiarazione di esportazione (art. 74, comma 4, DNC). Con questo intervento, le nuove disposizioni nazionali si allineano alla normativa unionale contenuta all’art. 269, Reg. UE 2013/952 (Codice doganale dell’Unione europea, Cdu). Come confermato dalla circolare 4 ottobre 2024 n. 20/D dell’Agenzia delle dogane, pur non configurandosi una fattispecie di esportazione in senso stretto (essendo le provviste destinate ad essere utilizzate o consumate a bordo), la dichiarazione di esportazione è richiesta al solo ricorrere della prova di approvvigionamento e se trattasi di una fornitura di beni che beneficia di una esenzione dal pagamento dell’IVA o delle accise. Non rileva, invece, la destinazione della nave che può essere diretta in un Paese terzo o in uno Stato membro dell’Unione.


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