UE autorizza l’Italia ad applicare all’energia elettrica fornita alle navi aliquota imposta ridotta

29/11/2021

UE autorizza l’Italia ad applicare all’energia elettrica fornita alle navi aliquota imposta ridotta

Rubrica a cura dello Studio Legale Lovisolo & Partners, Genova-- www.lovislex.it - info@lovislex.it

L’Italia, con lettera del 14 settembre 2020, aveva chiesto al Consiglio dell’Unione europea l’autorizzazione ad applicare un’aliquota d’imposta ridotta (a 0,50 EUR/MWh ) sull’elettricità nei casi di fornitura di energia a favore alle navi che operano nel trasporto marittimo e nelle vie navigabili interne (diverse dalle imbarcazioni private da diporto) che si trovano ormeggiate in porto.

Attraverso tale aliquota ridotta, infatti, l’Italia mirava a promuovere, nel settore marittimo, l’uso dell’elettricità erogata da impianti di terra, in quanto strumento meno dannoso per l’ambiente (rispetto al consumo dei combustibili tradizionali) e comunque utile a soddisfare le esigenze in termini di elettricità delle navi ormeggiate in porto.

In merito a tale richiesta, il Consiglio dell’Unione europea, nella Decisione 2021/2058 del 23 novembre 2021, ha anzitutto affermato come, “nella misura in cui permette di evitare le emissioni di inquinanti atmosferici derivanti dall’uso dei combustibili bunker da parte delle navi ormeggiate in porto, il ricorso all’energia elettrica erogata da impianti di terra migliora la qualità dell’aria delle località portuali”.

Conseguentemente, la proposta italiana di adottare una minore “imposta ... per l’elettricità erogata da impianti di terra” in quanto incentivo contribuirebbe “al conseguimento degli obiettivi delle politiche dell’Unione in materia di ambiente, salute e clima”.

Pertanto, il Consiglio dell’Unione europea ha autorizzato l’Italia ad adottare tale imposizione di favore.

Tuttavia, il Consiglio ha chiarito come la “concessione dell’autorizzazione all’Italia di applicare un’aliquota d’imposta ridotta all’energia elettrica erogata da impianti di terra non” deve prolungarsi “oltre quanto necessario per incrementare l’utilizzo di questo tipo di energia elettrica, poiché nella maggior parte dei casi la produzione di elettricità a bordo continuerà a rappresentare l’alternativa più competitiva”.

Nell’affermare ciò il Consiglio UE chiarisce che “è poco probabile che durante il suo periodo di applicazione l’aliquota d’imposta ridotta all’energia elettrica erogata da impianti di terra determini significative distorsioni della concorrenza”. 

Dunque, l’aliquota ridotta “non pregiudicherà il corretto funzionamento del mercato interno” dell’Unione europea, potendosi ritenere che tale misura non rappresenterà un aiuto di Stato incompatibile con l’ordinamento europeo (pur essendo sempre possibile un futuro accertamenti in merito).

In conclusione, al fine di “garantire che il periodo di autorizzazione sia sufficientemente lungo da non dissuadere gli operatori economici interessati dall’effettuare i necessari investimenti”, il Consiglio dell’Unione europea ha ritenuto “opportuno concedere” all’Italia “l’autorizzazione richiesta per sei anni, a decorrere dal 1 gennaio 2022”.



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