Federagenti: Duci propone il Nobel per la pace per i 13.000 uomini del Corpo delle Capitanerie
12/06/2017
Nobel per la pace per il Corpo Nazionale delle
Capitanerie di Porto. La proposta è stata lanciata il 26 maggio dal presidente
di Federagenti, Gian Enzo Duci che l’ha consegnata al Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio affinché si faccia carico di
presentarla al Comitato norvegese di selezione delle candidature al Nobel.
Secondo Federagenti, che ha celebrato a Ravenna la sua
assemblea nazionale, il ruolo e l’attività degli uomini e delle donne della
Guardia costiera italiana, nell’opera quotidiana di salvataggio e di soccorso
ai migranti in Mediterraneo, rappresentano motivo di orgoglio non solo per
l’Italia, ma per il mondo intero. Nel momento in cui si parla di riaffidare al
Corpo Nazionale delle Capitanerie di Porto, l’intero coordinamento delle
operazioni di salvataggio in Mediterraneo (i loro mezzi sono costretti a
pattugliare e intervenire in un’area di 1,2 milioni di chilometri quadrati), e
tutti i paesi europei riconoscono ai 13.000 uomini della Guardia costiera
specialmente uno spirito di sacrificio e professionalità unici, per Federagenti
la candidatura al Nobel 2018 dovrebbe essere quasi un atto dovuto.
Se su questa proposta ora la responsabilità passa al
governo, l’assemblea di Ravenna di Federagenti, la 68esima della categoria e la
40esima dall’entrata in vigore della legge professionali (che – ha sottolineato
Duci – necessità di una rivisitazione), ha indicato alcune priorità precise in
un mercato che è caratterizzato da profondi cambiamenti e che nel Mediterraneo
impone scelte rapide ed efficaci per sfruttare le opportunità schiuse dalla
strategia, o meglio, dall’offerta – come ha sottolineato il presidente di
Federagenti – di “una cooperazione internazionale” su quella che comunemente
viene denominata la via della seta, nella sua versione più recente la “Belt and
road initiative”.
Gian Enzo Duci ha quindi fornito alcune indicazioni precise:
• Nel
mercato container, i porti italiani di destinazione finale hanno avuto
performance in questi anni superiori al pil del paese, mentre per quelli di
transhipment si pone probabilmente il problema di selezionarne uno solo e
sperare concretamente sulla ripresa del mercato e della velocità di esercizio
delle navi.
• Nel
mercato delle navi che trasportano carichi liquidi Federagenti ha auspicato la
definizione di una strategia che risponda alle trasformazioni di un mercato che
ha visto in questi anni lo spostamento delle attività di raffinazione
direttamente nei paesi produttori.
• Per
quanto riguarda la riforma portuale, Duci ha evidenziato i rischi connessi con
quella che ha definito “la stampella Delrio”: nel sottolineare lo sforzo e
l’attenzione del ministro e del suo staff alle tematiche del settore marittimo
e portuale, il presidente Duci ha paventato i pericoli connessi con un futuro
cambio di governo focalizzando l’attenzione sulla necessità urgente di
potenziare la struttura del ministero con la creazione di una Direzione porti e
logistica.
In conclusione, il presidente di Federagenti ha
sottolineato come la categoria degli agenti e raccomandatari marittimi sia
tutt’altro che una razza in estinzione. È vero il contrario: non appena nei
porti la legge di riforma del ‘94 ha cambiato le regole del gioco, alcuni fra i
maggiori agenti marittimi sono stati i primi a trasformarsi in terminalisti.
Nel settore della grande nautica, le più moderne marine per grandi yacht sono
nate su iniziativa di agenti e anche la multinazionale del management delle
navi è figlia di un’agenzia marittima di Genova.
Prove tutte di una capacità camaleontica degli agenti
marittimi di trasformarsi, adattarsi ai tempi e al mercato e di svolgere un
ruolo strategico anche per la sicurezza economica del sistema paese.